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A2A/AEB fusione illegittima. "Avevamo ragione. Al nostro territorio rimangono i cocci."

La fusione tra A2A e AEB, la multiutility di Seregno, non è valida. Il verdetto finale è arrivato oggi dal Consiglio di Stato. L'operazione da 450 milioni è stata sonoramente bocciata in quanto la scelta del Comune di Seregno di non procedere con «la procedura di evidenza pubblica» è stata ritenuta «illegittima».

Una vera e propria bocciatura, anzi, una mazzata, come definita dal M5S Cremasco, per voce del Portavoce Comunale Draghetti, Regionale Degli Angeli e dal Senatore Toninelli che sono intervenuti sulla questione.

Sono molti gli interrogativi e i giudizi politici che ne derivano e che coinvolgono la nostra Provincia a partire dal 2016 e che confermano che l'azione scriteriata coordinata dal centrosinistra a trazione PD nei nostri territori di Cremona, Crema, Lodi e Pavia si è dimostrata un vero e proprio fallimento per i cittadini, che è andata a vantaggio di aziende private quotate in borsa. Queste società gestiscono servizi fondamentali per i cittadini, come il gas, l'energia elettrica, i rifiuti...

Cosa ne pensano i sindaci Galimberti e Bonaldi di questo giudizio del Consiglio di Stato a fronte di quello che è successo anche nelle nostre città?

Fa molto rumore il silenzio dei sindaci di Crema e di Cremona e quello dei Consiglieri comunali, che hanno approvato politicamente il percorso di fusione LGH-A2A, tutti ad eccezione di quelli del M5S. È evidente che i vecchi partiti gestiscono le aziende pubbliche come bene proprio e non collettivo.

Alla luce di questi fatti risulta ancora più scandaloso il voto in Consiglio Comunale di Crema e Cremona dello scorso giugno, che ha avallato senza batter ciglio l'operazione in salsa cremasca e portato nuovamente alla ribalta la vergognosa svendita di strutture e processi di valore del nostro territorio, gioielli che sarebbero senz’altro cresciuti, se presieduti maggiormente, con una gestione oculata, alternativa alla cessione cieca e maldestra del pacchetto di maggioranza, comprensivo di autonomia e di strategia. Chi risponderà di questi errori?

Ricordiamo infatti come nel 2015 si avviava il percorso di fusione tra LGH ed A2A, con la cessione del 51% delle azioni di LGH ad A2A. Il 26 febbraio 2016 il M5S presentava un esposto all’ANAC per verificare la corretta procedura: i dubbi si rifacevano ad una presunta violazione delle norme di concorrenza e pubblicità nella vendita delle quote della società pubblica LGH ad A2A. Così, il CdA di Scrp, come pure il collegio sindacale che ha sempre ostentato sicurezza, aveva accantonato 695.000€, per eventuali contenziosi sulla procedura seguita nell’operazione LGH-A2A, ad oggi utilizzati in minima parte e ancora accantonati.

Avevamo ragione e davanti a queste debacle giudiziarie ci saremmo aspettati delle dimissioni, mentre dalle nostre parti non sono arrivati nemmeno i mea culpa, da parte di chi ha contribuito a questa svendita.

Avranno finalmente imparato la lezione o attendono un’altra sonora bocciatura? Purtroppo, al nostro territorio rimangono i cocci.

Le modalità di gestione delle partecipate, la svendita del patrimonio pubblico e la mancanza di progetti ad ampio respiro dimostrano come la politica della nostra provincia sia senza una guida solida, che, con procedure non corrette, ha consegnato il nostro futuro in mano ad aziende private, a discapito della competitività del nostro territorio.

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