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Immagine del redattoreM5S Cremasco

Mozione in Consiglio comunale per una Medicina diffusa e di prossimità

E' ormai chiaro a tutti che il modello di sanità sviluppato negli anni nella nostra Regione vada rivisto perché inefficacie ed inefficiente, in particolare nelle emergenze. Serve una medicina di prossimità, diffusa, territoriale, con infermieri di famiglia, il potenziamento della figura dei medici di base, uno sviluppo integrato dell'assistenza domiciliare, con la creazione di laboratori di diagnosi (fondamentali per garantire il processamento dei tamponi) più diffusi sul territorio; ancora, uno sviluppo di osservatori epidemiologici, che sappiano guidare le azioni delle ASST, coerentemente con la situazione epidemiologica di ogni territorio, oltre che, sulla base di quest'ultima, sviluppare specializzazioni mediche ed una rete specifica per ogni territorio di prevenzione ed informazione. Non da ultimo, non è più rinviabile un nuovo assetto di coordinamento, ad oggi fallimentare, della ATS con i territori.

Tutto ciò per porre le basi di un Presst sul territorio Cremasco, sfruttando anche altri immobili oltre a quelli già in uso.

Serve agire, ora, compiendo azioni profondamente riorganizzative sulla nostra Sanità, coinvolgendo, come mai prima è stato fatto, tutto il territorio e gli attori in campo: parti sociali, lavoratori (medici, infermieri, OSS, personale medico), Provincia ed i Comuni del territorio.

Piuttosto di leggere botta e risposta, tra diverse posizioni, sulla stampa, si porti il dibattito in Consiglio comunale (la nostra mozione protocollata ha questo scopo), così da garantire maggiore incisività ed unità d'intenti territoriale - qualora vi fosse realmente - per sviluppare davvero una medicina diffusa e territoriale, che coinvolga anche e soprattutto l'ASST di Crema.

Se si è davvero compresa la lezione che la recente emergenza sanitaria ci ha insegnato, occorre far precedere tutte le scelte future riguardanti la Sanità del nostro territorio con le azioni evidenziate sopra, senza parlare solo di insfrastrutture ospedaliere, che non rappresentano altro che contenitori e mezzi, e non contenuti, di un nuovo modello di Sanità.

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