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Oboli dai manager al PD: un sistema vergognoso ed inaccettabile!

In base a quanto emerso dall' inchiesta di Franco Bechis pubblicata in questi giorni su alcune testate giornalistiche nazionali, emergerebbe un vero e proprio sistema targato PD radicato sul territorio nazionale: nelle amministrazioni a guida PD, tramite regolamenti federali locali che mettono la clausola nero su bianco, i manager a nomina pubblica devono “donare” dei soldi al PD.

Per fare il presidente, l'amministratore delegato, il direttore generale, il consigliere di amministrazione o il revisore dei conti, bisogna versare una parte dello stipendio nelle casse del PD locale: generalmente il 10%, a Mantova uno scontato 8%, in Veneto il 6%, mentre il primato si registra col 30% a Siena, nella regione da cui proviene il segretario del PD Renzi.

Si tratta di una consuetudine inammissibile: una tassa impropria, che potrebbe apparire un ricatto verso i professionisti e che evidenzia una concezione proprietaria dell'ente pubblico.

Queste “donazioni” sono anche lo strumento ideale per chi, pur non avendo competenze ed esperienza, voglia assicurarsi un incarico e ricoprire un ruolo manageriale. Ecco spiegati gli innumerevoli disastri combinati da alcuni sedicenti manager di nomina pubblica: ricoprivano posizioni senza alcun merito, se non quello di appartenere a un partito e versagli un obolo?

Ma lo scandalo non è finito qui: questi contributi “volontari” possono godere, esattamente come per le donazioni alle onlus, della detrazione fiscale del 26% e l’agevolazione è vincolata alla tracciabilità e all’esatta identificazione del suo autore. In sintesi, soldi pubblici finiscono nelle casse del partito e altri soldi pubblici vengono utilizzati per coprire la detrazione fiscale.

Queste finte donazioni sono, in realtà, un vero e proprio finanziamento pubblico al partito, scritto e sottoscritto nero su bianco, nonché un’alterazione della concorrenza nella nomina di manager pubblici, a spese del contribuente.

Il M5S Cremasco pretende chiarezza dal segretario provinciale del PD Matteo Piloni e sollecitiamo una risposta per capire quale sia la ratio, anche finanziaria, dietro la nomina di manager pubblici in ambito provinciale e del Cremasco da parte del PD. Inoltre, se presenti, pretendiamo che tali pratiche vengano rimosse dai regolamenti federali per porre fine a questo sistema inaccettabile.

Ufficio Stampa MoVimento 5 Stelle Cremasco

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