Ordine del giorno sulla Cittadinanza al Milite Ignoto: un gravissimo precedente!
Durante il Consiglio comunale del 19 aprile si è discusso in merito alla possibilità di conferire la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto. Il M5S Cremasco, attraverso il proprio Portavoce comunale Manuel Draghetti, ha spiegato in Aula degli Ostaggi le motivazioni per cui non è favorevole a questo conferimento. Innanzitutto, il senso di cittadinanza onoraria, anche per non sminuirlo, è da intendere per persone che abbiano dato lustro alla città, portandone benefici in termini di immagine e non solo. Voler attribuire la cittadinanza onoraria ad un simbolo, che rievoca una guerra di più di cento anni fa, nemmeno identificabile con una persona fisica e nemmeno lontanamente legato in maniera particolare a Crema, significa voler avallare proposte che giungano da chicchessia, senza che vi sia una logica fondata su quello che il Consiglio comunale va a deliberare. Quante guerre, ben più recenti ed in corso, anche vicinissime al nostro Paese, vi sono? Quanti monumenti, lapidi, parchi delle rimembranze esistono? Oltre a questi, dovremmo conferire la cittadinanza onoraria ad un simbolo per ciascuna di queste guerre? Non c’è nessun senso logico nel dover dare la cittadinanza onoraria ad un’entità non fisica, ma simbolica. Il fatto che il Consiglio comunale utilizzi parte del proprio tempo per una proposta di questo tipo è abbastanza discutibile. Ci si domanda quanto interessi ai Cremaschi un argomento di questo tipo: sarebbe una delibera destinata a rimanere nei cassetti di questa e delle future amministrazioni.
Accanto al merito della proposta, condivisibile o meno, vi è tuttavia una considerazione su ciò che è andato in scena ieri, che costituisce un gravissimo precedente dal punto di vista procedurale: anche il metodo è sostanza! Per poter approvare la cittadinanza onoraria sono infatti necessari i voti favorevoli dei 4/5 dell’intero Consiglio comunale. Durante la discussione, il Portavoce del M5S Draghetti e il Consigliere Coti Zelati hanno espresso il loro orientamento per un’astensione. Era quindi palese che non ci sarebbero stati i numeri necessari all’approvazione. Il Presidente del Consiglio Giossi avrebbe potuto ritirare la delibera in fase di discussione, se non l’avesse voluta vedere respinta. Tuttavia, ha voluto continuare la discussione e anche concludere tutte le dichiarazioni di voto, terminando quindi l’intero iter procedurale.
Solo al termine delle dichiarazioni di voto, ha deciso di ritirare la delibera, esplicitando l’intenzione di riportarla in Consiglio comunale al momento opportuno, quando sarebbero stati presenti alcuni Consiglieri assenti durante quella seduta. Una forzatura enorme, che costituisce un gravissimo precedente: non è possibile ritirare una delibera dopo aver concluso tutto l'iter completo, solo per aggirare la volontà del Consiglio comunale riunito in quel momento.
Non esiste nessun precedente di quanto accaduto, anzi esistono solo precedenti, agli atti, che confermano la scorrettezza di questa azione. Quella andata in scena ieri è una forzatura politica del Presidente del Consiglio Gianluca Giossi.
Valuteremo se e come rivolgerci ad organismi superiori per segnalare questa pratica enormemente scorretta, che costituisce un grave precedente.
Il comportamento di ieri del Presidente Giossi è intollerabile e totalmente irrispettoso del Consiglio comunale. Invitiamo il Presidente del Consiglio Giossi a farsi un bagno di umiltà e a recuperare il proprio ruolo di terzietà, altrimenti a dimettersi da questo ruolo di garanzia. Purtroppo, nelle ultime settimane, sono sempre più frequenti i comportamenti di non terzietà della Presidenza del Consiglio, a danno soprattutto delle minoranze.