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PAES Crema: si faccia qualche passo in più!

La risposta ricevuta durante la seduta del Consiglio comunale del 19 aprile sul PAES ha elencato una serie di interventi avvenuti negli anni che hanno portato al raggiungimento degli obiettivi siglati col Patto dei Sindaci sulla riduzione di CO2 equivalente.

Il fatto che la risposta abbia richiesto più di due mesi di tempo per arrivare dipende del fatto che l’Amministrazione non ha mai redatto i report biennali di questi obiettivi, come richiesto dal Patto dei Sindaci, e ha dovuto quindi ricostruire tutto l’insieme della grande quantità di dati. Dal punto di vista metodologico non possiamo rilevare come sia necessaria l’interrogazione di un gruppo consiliare di minoranza per costringere l’Amministrazione a rielaborare e catalogare dati e obiettivi. Dovrebbe essere suo interesse farlo e in realtà è stata colta impreparata.

Nella risposta ci saremmo aspettati poi un conto complessivo di quale percentuale di CO2 equivalente è stata abbattuta, ovviamente dal punto di vista teorico, in funzione degli interventi effettuati: questo dato globale non è stato fornito. Tuttavia, avere contezza in termini percentuali di quanto è stata l’efficacia complessiva delle azioni introdotte, al di là dei benefici di ogni singolo intervento, è sicuramente importante.

Altro aspetto riguarda la sottoscrizione formale del nuovo Patto dei Sindaci: l’Assessore Fontana ha dichiarato che l’Amministrazione è intenzionata a proseguire interventi che, almeno teoricamente, abbattano l’emissione di CO2, ma non ha specificato se si intende proseguire questo percorso “in solitaria” o sottoscrivendo un nuovo Patto dei Sindaci con nuovi obiettivi sfidanti da qui al 2030, che debbano quindi essere rispettati anche dalle future Amministrazioni, quali esse siano. Un nuovo Patto dei Sindaci formale è quanto mai necessario, per non rischiare di dimenticarsi questo importante obiettivo nei prossimi anni.

Entrando nel merito dei dati forniti, non possiamo non porre l’attenzione su alcuni punti importanti.

Innanzitutto, la ZTL: crediamo che sia fondamentale svuotare il centro storico di corrieri e camioncini molto inquinanti che anneriscono di fumi tossici le vie centrali per distribuire la merce nei negozi. Non è più rinviabile la progettazione di due hub agli estremi del centro storico, da utilizzare come deposito merci, da distribuire poi ai negozi del centro storico con mezzi a zero emissioni. Solo così si può davvero rendere il centro storico libero da emissioni nocive.

In secondo luogo, l’illuminazione: bene aver inserito in città lampioni a LED per avere un risparmio energetico, ma occorre un sano compromesso tra risparmio energetico e sicurezza. Non è possibile che alcune zone della città siano piombate nel buio dopo l’introduzione di questa nuova tecnologia.

Ancora, le piste ciclabili: elencare i tratti realizzati in questi anni, a mo’ di lista della spesa, computando ogni metro di pista ciclabile all’interno del calcolo teorico di CO2 abbattuta, è molto limitante e fuorviante. La domanda vera dovrebbe essere: le piste ciclabili vengono utilizzate? Sono congeniali e ben collegate? Oppure sono qualche metro qua e là, non usate da nessuno, o da pochi, giusto per inserirle nel calcolo di abbattimento della CO2 equivalente? Non crediamo che Crema vanti di un tessuto ciclabile urbano ed extraurbano degno e che induca all’utilizzo della bicicletta. Serve un cambio di passo da questo punto di vista.

Infine, una riflessione su ciò che non è stato citato nella risposta all’interrogazione, ovvero il verde urbano: se da un lato determinati interventi di efficientamento energetico o riguardanti la mobilità sostenibile servono per calcolare un abbattimento teorico di anidride carbonica, dall’altro lato anche tagliare alberi sani o non piantumarne altri negli anni diminuisce l’efficacia complessiva di assorbimento di CO2. Su questo, l’Amministrazione è molto carente e, negli ultimi anni, non ha considerato minimamente il verde urbano, lasciandolo deperire o, addirittura, distruggendolo.

C'è quindi ancora molto lavoro da fare e, anche per un sano cambio di prospettiva, serve una discontinuità, prima di tutto politica, alla guida della nostra città. La freschezza di nuove forze al governo cittadino è quanto mai necessaria per rilanciare, con più forza, nuovi obiettivi anche in campo ambientale, che possano avere una ricaduta anche pratica e non solo teorica.

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