La vicenda dell'ex Tribunale sta mostrando gli aspetti grotteschi che l'hanno caratterizzata sin dall'inizio. Non solo a tutti coloro, M5S Cremasco in testa, che l'hanno giudicata quanto meno pasticciata sin dallo svolgimento del bando per la raccolta delle manifestazioni di interesse, ma anche a tutti coloro che avevano sperato e voluto credere che, dopo anni di abbandono, si fosse finalmente sulla strada del suo riutilizzo.
Speranza mal riposta, vista anche la fine che hanno fatto e stanno facendo tutte le iniziative, praticamente nulle, lanciate dalle due Amministrazioni Bonaldi, in tanti anni di guida della città, sui veri e grandi dossier da risolvere per Crema: solo a titolo esemplificativo e non esaustivo, è superfluo ricordare ai cittadini la triste vicenda dell'ecomostro di CL ai Sabbioni; l'irrisolto abbandono delle aree strategiche degli Stalloni e della Pierina; la devastazione della via Bacchetta e, più in generale, lo scempio del verde urbano; lo stato pietoso degli asfalti di tutte le vie; l'assenza di un piano del traffico, con le conseguenti code infinite nelle ore di punta in via Cadorna, al sottopasso di via Indipendenza, al rondò di via Piacenza a San Bartolomeo.
Sul Tribunale ora la Bonaldi tenta disperatamente di distribuire le proprie responsabilità con altri diversi soggetti, che nulla hanno a che fare con la strada che questa Giunta ha voluto percorrere e dalla quale ora fatica a venirne a capo.
Oltre ad una serie di elementi tecnici sulla cui esattezza il M5S Cremasco ha inviato i propri dubbi, attraverso un esposto, alla Corte dei Conti, l’idea perseguita sarebbe quella, pure, di far convivere nello stesso immobile sanità pubblica (ASST) e sanità privata, con una miscellanea alquanto inopportuna.
Dopo il ritiro da questa operazione, annunciato mezzo stampa, di un Soggetto privato, anch’esso operante in ambito sanitario, dal Sindaco neppure una parola su chi avrebbe dovuto dividersi la locazione con la ASST di circa la metà dell'ex Tribunale.
Così come per l’ecomostro dei Sabbioni di C.L., la Giunta Bonaldi è abituata ad approvare varianti al Piano di Governo del Territorio, senza preoccuparsi di una benché minima garanzia reale.
Inoltre, la Società Immobiliare vincitrice del bando, in quanto unico partecipante, aveva prefigurato la possibilità che altre realtà potessero sostituire il precedente Soggetto privato, che si era nel frattempo defilato dal progetto, ma ad oggi non ve n’è alcuna traccia.
Sono trascorsi la bellezza di 1 anno e 2 mesi senza che, ovviamente, risultino versati neppure i previsti 70 mila euro annuali, non rivalutabili, di corrispettivo da versare al Comune per il diritto di superficie quarantennale (scadenza nel 2060 !!!).
Ora la ASST vuole giustamente vederci chiaro. Viene il dubbio che l’obiettivo sia quello di far sì che l’ASST acquisisca tutto l'ex Tribunale, finanziando così interamente l’operazione, visto che, dopo il ritiro dell’originario Soggetto privato, pare non esserci alcun'altra disponibilità. Ciò sarebbe uno sperpero inaccettabile di soldi pubblici, soprattutto con un progetto privo di solidi basi per un serio piano energetico e strutturale dell'immobile in questione.
In questa matassa da sbrogliare, si dovrebbe riavviare il tutto da capo, con tempi biblici, ben immaginabili, data la pluralità dei soggetti pubblici coinvolti.
Quanti anni trascorrerebbero ancora per le inevitabili decisioni, la formazione e l’approvazione dei progetti, le valutazioni dei costi, il reperimento delle risorse finanziarie e la loro spesa? Troppi!
Che danno aggiuntivo ne avrebbe Crema, fra mancati introiti dei, anche se troppo bassi, 70 mila euro annuali della concessione e le spese connesse alla conservazione del fabbricato, che purtroppo, nell’immaginario collettivo, si sta iniziano ad equiparare ad un immobile totalmente abbandonato, del quale non si sa cosa fare?
Il M5S Cremasco ha le idee chiare, già dichiarate pubblicamente, sia nel metodo che nel merito per l'operazione di recupero di questo immobile.
La Bonaldi faccia autocritica nel riconoscere la sua incapacità di dare ascolto alla Città ed alle richieste realistiche dei cittadini, suoi e del territorio, oltre ai suoi troppi, non più tollerabili, fallimenti sui veri, grandi dossier di Crema.
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