In questi giorni è emersa l’ipotesi, proposta da chi fa politica da decenni, avendo anche già avuto la possibilità di effettuate determinati progetti in qualità di Assessore ai Lavori Pubblici, di istituire un senso unico in via Brescia, o almeno in una parte di essa. Ci si chiede se chi propone o avalla determinate idee sia mai stato in via Brescia e conosca quanto sia la direttrice principale di San Bernardino ed una delle principali dell’intera città. Proporre un senso unico per questa via non ha alcun senso, se non quello di ingolfare il quartiere, con rallentamenti e code e continui passaggi di veicoli nelle vie Vittorio Veneto e XI febbraio, dove spesso passeggiano, o attraversano la strada, persone anziane o bambini piccoli: pensare di deviare il traffico in queste vie è un grande rischio. Simone Beretta se ne esce ancora una volta con una boutade bella e buona, giusto per apparire e mostrarsi come l’uomo che pensa alla “riqualificazione” di determinate vie. Tuttavia si è ben guardato dal realizzare queste fantasiose proposte durante il suo mandato da Assessore ai lavori pubblici. Un mandato che non giudichiamo certamente positivo, durante il quale ha passato più che altro il tempo a spendere cifre oltre l’immaginabile per opere che sarebbero potute costare enormemente di meno (un esempio su tutti: l’illuminazione di piazza duomo costata quasi 1 milione di euro). Oggi Beretta lancia una proposta, apparentemente di buon senso, ma totalmente fuori dal mondo per chi conosce davvero via Brescia: una proposta fatta per illudere i cittadini che una esiste soluzione semplice al problema dei ciclisti in via Brescia. La soluzione non è invece affatto semplice e banalizzare la questione ad un semplice senso unico dà idea del modo di fare del Consigliere, già Assessore, Simone Beretta. Dall’altro lato l’attuale amministrazione, con Bergamaschi, è rimasta immobile per 10 anni, nonostante le continue richieste di cittadini e forze politiche di agire per una concreta soluzione al problema. Riteniamo che, prima di tutto, occorra valutare, con carte e metro in mano a tecnici specializzati, se vi siano gli spazi minimi per un percorso ciclopedonale dedicato lungo questa via, pensando eventualmente, se realizzabile, alla tombinatura del fosso che passa lungo una porzione della via Brescia. Qualora questa soluzione non fosse percorribile, occorrerebbe fare quello che questa Amministrazione, con Bonaldi e Bergamaschi, non ha mai avuto il coraggio di realizzare: un vero percorso ciclabile ben fatto, sicuro, senza buche (crateri…) delimitato da appositi cordoli, con un tappetino adatto alla circolazione delle biciclette lungo il percorso già ad oggi pensato (via Vittorio Veneto) e solo abbozzato con qualche latta di vernice rossa scivolosa. Contemporaneamente occorrerebbe inserire lungo il tratto pedonale di via Brescia una serie di barriere apposite per far desistere i ciclisti a percorrere quel tratto di via, passando invece per la variante in via Vittorio Veneto, resa nel frattempo appetibile per i ciclisti, non certo come è ora. I Cremaschi e gli abitanti del quartiere di San Bernardino meritano di più, rispetto alle sparate del Consigliere Beretta o all’immobilismo dell’Assessore Bergamaschi. Nel 2022 l’auspicio è che si possa, finalmente, cambiare pagina.
Foto de "La Provincia di Cremona"
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